Dalla Cia una proposta di legge popolare per riequilibrare i rapporti fra agricoltori e grande distribuzione
Per riequilibrare la catena del valore che vede gli agricoltori racimolare la parte più bassa della redditività rispetto a industria di trasformazione e grande distribuzione, la Confederazione italiana degli agricoltori-Cia ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare.
Parte la raccolta di firme
Partirà immediatamente su tutto il territorio nazionale la raccolta delle firme con l'obiettivo di portare in Parlamento 11 articoli di legge che avranno l'obiettivo di regolamentare le relazioni tra grande distribuzione organizzata (Gdo) e agricoltori, troppe volte minate da squilibri contrattuali e inadeguato potere negoziale, ma anche contrastare le pratiche commerciali sleali. «Esistono oggi - spiega Giuseppe Politi, presidente della Cia - diffusi e gravi problemi che penalizzano il mondo agricolo e che devono essere rimossi: i pagamenti tardivi, le modifiche unilaterali dei contratti, il versamento di anticipi per accedere alle trattative, le restrizioni dell'accesso al mercato, l'assenza di informazioni sulla formazione dei prezzi e la distribuzione dei margini di profitto lungo la filiera alimentare, nonché le vendite promozionali e sottocosto».
Eccessiva concentrazione di quote di mercato in mano a pochi gruppi d'acquisto
Insomma, secondo la Cia esiste «un'eccessiva concentrazione di quote di mercato in mano a pochi gruppi di acquisto» con conseguenze negative sull'occupazione, sulla protezione ambientale e sul consumatore finale. A conti fatti solo il 18-19% del valore di un prodotto finisce nelle tasche degli agricoltori.
La Coop punta sulla produzione italiana
Secondo la Gdo, tuttavia, non sarà la strada di una proposta di legge di iniziativa popolare a risolvere i problemi. «In una fase di deflazione del 6-7% dei prezzi agricoli non si può parlare di prezzi alti - afferma Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia -. La strategia per una maggiore convenienza si basa su una maggiore efficienza e competitività dell'agricoltura italiana. Noi come Coop vogliamo puntare sulla produzione italiana nonostante ci sia una buona offerta sui mercati internazionali: non siamo alla ricerca del prezzo più basso ma del prezzo più equo in rapporto alla qualità che va mantenuta alta». Secondo Tassinari, dunque, seppure l'iniziativa legislativa promossa dalla Cia «può stimolare il confronto di certo non risolve i problemi: la strada da seguire non è burocratica ma discutere attorno a un tavolo costruendo progetti condivisi». Anche il direttore generale di Conad, Francesco Pugliese, non crede che il problema dell'agricoltura italiana dipenda dalla Gdo. «Fino a prova contraria - sottolinea – la redditività della grande distribuzione è intorno all'1% sull'ortofrutta margine che nell'industria alimentare sale fino al 7 per cento».
Paolo Russo (Pdl): interessante l'ipotesi del doppio binario
Favorevole alla proposta della Cia che sarà presentata in Parlamento è il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo (Pdl). «Cercherò non di ridurre la portata di questa iniziativa ma piuttosto di ampliarla alimentando subito un dibattito in commissione - rileva -. Non vi è dubbio che nei rapporti tra Gdo e filiera agricola c'è una condizione di iniquità e disparità che deriva soprattutto dal numero degli interlocutori: pochi da una parte e tantissimi dall'altra. Appare interessante l'ipotesi del doppio binario, delle autoregolamentazioni da una parte e dell'azione normativa dall'altra».